Storia di Dodo, ucciso per la sua passione civile a 22 anni
Aveva appena terminato gli studi e stava muovendo i suoi primi passi nel mondo del lavoro, Mumbere Ushindi. Lo chiamavano Dodo, ed è stato ucciso lunedì scorso mentre partecipava ad una manifestazione nella città di Beni, Nord Kivu, nell’Est della Repubblica democratica del Congo.
Aveva ventidue anni ed era un militante del movimento di cittadini LUCHA, Lutte pour le Changement, che da quasi un anno si oppone allo Stato d’assedio, deciso del governo di Kinshasa per fermare la guerra che sta devastando le province al confine con l’Uganda ed il Ruanda. Da quando le autorità civili sono state sostituite da quelle militari, però, la violenza non ha mai accennato una tregua.
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Una riflessione dell’artista Sammy Baloji
L’artista, residente a Bruxelles ed originario della Repubblica Democratica del Congo, prende spunto dalla storia di due preziosi Olifanti in avorio per riflettere sul rapporto tra Europa e Africa prima e dopo la tratta degli schiavi.
Cara Unione Europea
questo è un momento decisivo per mettere fine ai minerali dei conflitti.
Ad oggi i cittadini europei non possono essere sicuri che gli smartphone, le auto o gli altri prodotti hi-tech acquistati non siano stati fabbricati usando minerali associabili a violazioni dei diritti umani. Per affrontare questa questione, nel 2014 è stata proposta una legge europea sui minerali dei conflitti, ed attualmente siamo alle negoziazioni finali. In questo cruciale momento, gli stati europei devono dimostrare ai loro cittadini di sostenere una regolamentazione obbligatoria su tutta la filiera produttiva dei minerali dei conflitti. Il requisito vincolante è fondamentale per una legge che possa fare la differenza per le persone che vivono nelle aree di conflitto e per dare garanzie ai cittadini europei! Continua a leggere