Stato degli sfollati a Nzibira

Il movimento degli sfollati è cominciato a partire dal 3 gennaio 2012. Questi ultimi vengono da Shabunda, Nindja e Walungu, fuggendo gli scontri tra Raiya Mutomboki e FDLR e le operazioni militari di Amani Kamilifu (ex Kimya II).

  1. Da Shabunda gli sfollati provengono da 6 raggruppamenti (località):
    • Lutika
    • Ngolombe (10 morti registrati il 3 gennaio)
    • Nyalubemba
    • Kimbili
    • Maimingi
    • Nyambongo
  2. Da Nindja provengono da 9 località:
    • Mupoke nel raggruppamento di Iregabaronyi 3 case incendiate, 4 feriti e 2 morti tra cui una ragazza di 20 anni (seni tagliati) e un ragazzo di 19 anni.
    • Cirambo
    • Kabuye
    • Lwenda
    • Ngoma
    • Kabagala
    • Chironge
    • Kifuko
    • Matale
  3. Da Walungu arrivano da 3 località:
    • Busolo
    • Kibandamangobo
    • Lubimbi II nel raggruppamento di Mulamba

Per questi 3 territori (Walungu, Kabare e Shabunda) sono state repertoriate 1388 famiglie la maggior parte delle quali provenienti da Shabunda. Ciascuna famiglia ha in media 5 figli e il calcolo fatto ha mostrato che ci sono più o meno 9716 sfollati a Nzibira, in maggioranza donne e bambini.

Gli sfollati continuano a venire da Nindja e Shabunda fino ad oggi (alla nostra presenza la famiglia del sig. Bihembe di 73 anni, composta da 10 figli; quest’ultima è venuta da Ngoma nel raggruppamento di Iregabaronyi a Nindja dopo una settimana di cammino per arrivare a Nzibira).

Questi sfollati hanno testimoniato che gli scontri continuano tra le due milizie (FDLR e Raiyamutomboki).

Situazione generale degli sfollati

La situazione socio-economica degli sfollati diviene sempre più difficile:

  • Problema dell’alloggio: l’affitto varia tra $10 e $15 al mese per cameretta (in questo piccolo spazio si ritrovano tutti i membri della famiglia; genitori, figli: ragazzi e ragazze mescolati, suocero, suocera, …). Gli sfollati passano la notte per terra, senza coperte né lenzuola. All’arrivo gli sfollati avevano di che pagare l’affitto, ma attualmente non hanno più niente e questo suscita già dei conflitti tra alcuni sfollati e i proprietari delle casette.
    Per quanto riguarda gli sfollati che si trovano presso famiglie d’accoglienza lo stesso problema si pone (gli spazi divengono sempre più piccoli).
  • Sul piano alimentare, si osserva un rialzo dei prezzi dei prodotti di prima necessità. Ad esempio, prima dell’arrivo degli sfollati una buona misura di farina di manioca costava 500FC, attualmente la stessa la stessa misura costa 1000FC (franchi congolesi, 1$ ~ 920FC ndt), la farina provenendo da Bukavu e diventando sempre più rara sul mercato. Questa situazione è dovuta al fatto che prima Nzibira era approvigionata di cibo da Nindja e Shabunda (attuali zone di conflitto armato).

    “La mia famiglia ed io siamo presso una famiglia d’accoglienza dal 3 gennaio 2012. Questa famiglia consumava 2 misure di farina di manioca al giorno per 7 persone (5 figli ed i loro genitori), la mia famiglia ed io siamo 9 persone (7 figli più noi genitori); non sono in grado di contribuire per i pasti in quanto attualmente non esercito nessuna attività generatrice di reddito. Visto lo scarso reddito della nostra famiglia d’accoglienza, questa non può approvigionarsi al di là di queste 2 misure. La quantità diviene insufficiente e la ripartizione non equa, seguita da colpi bassi soprattutto tra le donne (per la proprietaria della casa: prima i miei figli, mentre la donna sfollata non sopporta di vedere i suoi figli discriminati, da cui lo scambio di parole grosse tra queste donne e qualche volta anche tra gli uomini).”

  • Il lavoro per le donne sfollate diventa una fatica: lavorano senza sosta dalla mattina alla sera trasportando dei carichi pesanti per trovare di che nutrire tutta la famiglia. Tutte le responsabilità familiari toccano a loro. La vendita di mano d’opera per le più semplici attività agricole è incerta: la maniera di coltivare la terra a Shabunda è molto differente da quella del Bushi (coltivazione al machete a Shabunda diversa dalla coltivazione alla zappa del Bushi), da cui la difficoltà di trovare lavoro nei campi per le donne sfollate; le poche tra esse che lo fanno guadagnano 1000FC, ossia una sola misura di farina al giorno.
  • Condizioni igieniche deplorabili: problemi d’acqua potabile, insufficienza di latrine ed altre che non arrivano nemmeno a delle condizioni igieniche. A questo si aggiunge il problema della proliferazione di malattie di tutti i generi dal momento che l’accesso alle cure mediche è molto difficile anche se queste ultime non sono appropriate (solamente 1 centro di sanità di 5° CELPA MUYEYE oltre ad un centro ospedaliero a Nzibira).

    “Nella famiglia dove siamo stati accolti i conflitti legati ai bambini sfollati e a quelli della famiglia d’accoglienza non finiscono mai. Ad esempio i bisogni fatti a destra e a sinistra sono sempre attribuiti ai bambini sfollati.”

  • Difficoltà per le donne incinte sfollate di pagare le spese di maternità, e le donne incinte sono molto numerose a Nzibira.

    “È una settimana che la moglie del mio vicino sfollato come me non può lasciare l’ospedale a causa della mancanza di mezzi finanziari, anche se ha partorito senza problemi. Questo ci fa molto male perché se fossimo stati a casa avremmo potuto lavorare o fare una colletta per trovare di che pagarle le spese di maternità. Siccome non possiamo aiutarla né sappiamo a chi presentare il suo caso, rimane all’ospedale con molti rischi per lei ed il suo bambino di essere contaminati da delle malattie.”

  • Rottura della scolarità dei bambini sfollati: questi bimbi passano la giornata al centro (centro commerciale del villaggio ndt) dove circolano molte auto e moto; in seguito a queste difficoltà si registrano molti casi d’incidenti che coinvolgono bambini e molti bimbi si lamentano d’aver interrotto la scuola mentre gli altri avanzano (ferite interiori).

Segnaliamo che da quando il movimento degli sfollati è cominciato questi ultimi non hanno mai beneficiato di alcun aiuto; né del governo, né delle chiese né di ONG locali, nazionali ed internazionali, ciò che li ha portati a concludere che sono abbandonati alla loro triste sorte.

Qualche raccomandazione fatta dagli sfollati

  •  Che il centro Olame sostenga la causa degli sfollati presso il governo, per il ritiro dell’FDLR e delle altre milizie, per una pace duratura, al fine di permettere alla popolazione pacifica di dedicarsi alle attività agricole, che sono una delle vie per la riduzione della povertà in ambiente rurale in particolare, ed in tutta la repubblica in generale.
  • Costruzione di un campo per evitare i problemi legati agli alloggi (soluzione provvisoria e non duratura).
  • Approvvigionamento di viveri e non viveri.
  • Appoggio in medicinali al centro ospedaliero perché gli sfollati possano accedere alle cure, soprattutto i bambini e le donne incinte.

Prima della nostra separazione abbiamo presentato agli sfollati il nostro messaggio di comprensione e gli abbiamo lasciato il programma delle attività da realizzare il prossimo giovedì 8 marzo. Un delegato degli sfollati ne ha approfittato per ringraziare il centro Olame per la visita a nome di tutti gli sfollati e per il messaggio scritto sullo striscione appeso, domandante la garanzia di pace e sicurezza durature.

Bukavu, 2 marzo 2012

Per il centro Olame,
xxx e yyy
Relatrici


Etat de lieu de déplacés à Nzibira

Le mouvement de déplacés à commencé à partir du 03 janvier 2012. Ces derniers viennent de Shabunda, Nindja et Walungu fouillant les affrontements entre RAIYA MUTOMBOKI et FDLR et les opérations militaires d’AMANI KAMILIFU (ex Kimya II).

  1. De Shabunda ces déplacés proviennent de 6 groupements (localités) :
    • Lutika
    • Ngolombe (10 morts enregistrés le 03 janvier)
    • Nyalubemba
    • Kimbili
    • Maimingi
    • Nyambongo
  2. De Nindja ils proviennent de 9 localités :
    • Mupoke dans le groupement d’Iregabaronyi, 3 maisons incendiées, 4 blessés et 2 morts dont une fille de 20 ans (seins entrecoupés) et un garçon de 19 ans.
    • Cirambo
    • Kabuye
    • Lwenda
    • Ngoma
    • Kabagala
    • Chironge
    • Kifuko
    • Matale
  3. De Walungu ils arrivent de 3 localités :
    • Busolo
    • Kibandamangobo
    • Lubimbi II dans le groupement de Mulamba

Pour ces 3 territoires (Walungu, Kabare et Shabunda), il a été répertorié 1388 ménages dont la plupart d’entre eux vient de Shabunda. Chaque ménage a en moyenne 5 enfants et le calcul fait a montré qu’il y a plus ou moins 9716 déplacés à Nzibira, en majorité les femmes et les enfants.

Les déplacés continuent à venir de Nindja et Shabunda jusqu’à ce jour (à notre présence la famille de Mr. BIHEMBE âgé de 73 ans composée de 10 enfants ; cette dernière est venue de Ngoma dans le groupement d’Iregabaronyi à Nindja après une semaine de marche pour arriver à Nzibira).

Ces déplacés ont témoigné que les affrontements continuent entre les 2
milices (FDLR et Raiyamutomboki).

Situation générale des déplacés

La situation socio-économique des déplacés devient de plus en difficile :

  • Problème de logement : le loyer varie entre 10 et 15$ par mois/chambrette ( avec cette petite espèce, on y retrouve tous les membres de la famille ; parents, enfants: filles et garçons confondus, beau père, belle mère…). Les déplacés passent la nuit à même le sol, sans couverture ni drap de lit. Etant donné qu’à l’arrivée des déplacés ils avaient de quoi payer le loyer, mais actuellement ils n’ont plus rien cela suscite déjà des conflits entre certains déplacés et les propriétaires des maisonnettes.
    Au niveau des déplacés se trouvant dans des familles d’accueil le même problème se pose(les espaces deviennent de plus en plus petits).
  • Sur le plan alimentaire, on observe une hausse de prix des produits de première nécessité. Ex : avant l’arrivée des déplacés, une bonne mesure de farine de manioc coutait 500fc, actuellement cette même mesure coute 1000fc, la farine provient de Bukavu et devient de plus en plus rare sur le marché. Cette situation est due du fait qu’autrefois, Nzibira était ravitaillé en nourritures par Nindja et Shabunda (actuelle Zones des conflits armés).

    « Ma famille et moi nous sommes dans une famille d’accueil depuis le 03 janvier 2012. Par jour cette famille consommait 2 mesures de farine de manioc pour 7 personnes (5 enfants et leurs parents), ma famille et moi nous sommes à 9 personnes (7 enfants plus nous parents), je ne suis pas à mesure de contribuer pour le repas étant donné que je n’exerce actuellement aucune activité génératrice de revenu. Vu le faible revenu de notre famille d’accueil, elle ne sait pas s’approvisionner au-delà de ces 2 mesures. La quantité devient insuffisante et la répartition inéquitable suivie de coups bas surtout pour les femmes ( pour la propriétaire de la maison : mes enfants d’abord, pour la femme déplacée, elle ne supporte pas voir ses enfants discriminés d’où échange des mots grossiers entre ces femmes parfois même les hommes ».

  • Le travail pour les femmes déplacées devient une corvée : elles travaillent sans repos du matin au soir transportant des lourds fardeaux afin de trouver de quoi nourrir toute la famille. Toutes les charges familiales leurs reviennent. La vente de la main d’oeuvre pour les plus souples activités agricoles est incertaine : la façon de cultiver la terre à Shabunda est très différente de celle du Bushi (culture à la machette à Shabunda différente de la culture à la houe au Bushi) d’où la difficulté de trouver du travail de champ pour ces femmes déplacées, le peu de celles qui le font gagne 1000fc, soit une seule mesure de farine par jour.
  • Les conditions hygiéniques déplorables : problème d’eau potable, insuffisance de latrines et d’autres qui ne réunissent même pas des conditions d’hygiène. A ceci s’ajoute des problèmes de prolifération de maladies de tout genre au moment où l’accès aux soins médicaux est très difficile même si ces derniers ne sont pas appropriés (seulement 1 centre de santé de 5e CELPA MUYEYE ainsi qu’un centre hospitalier à Nzibira).

    « Dans la famille où nous avons été accueilli, les conflits liés aux enfants déplacés er ceux de la famille d’accueil ne cessent pas ; à chaque fois qu’il y a des choses qui ne marchent pas, c’est toujours les enfants de déplacés qui sont accusés, ex : les besoins font à gauches à droites, c’est toujours attribuées aux enfants des déplacés… ».

  • Difficultés pour les femmes enceintes déplacées de payer le frais de maternité, au moment où elles sont nombreuses à Nzibira.

    « Cela fait une semaine que la femme de mon voisin déplacé comme moi a accouché. Mais elle ne sait pas quitter l’hôpital faute de moyen financier alors qu’elle avait accouchée sans problème, cela nous fait très mal car si on été chez nous on pourrait travailler ou se cotiser pour trouver de quoi lui payer le frais de maternité. Comme on ne sait pas lui venir en aide ni à qui plaider son cas, elle reste à l’hôpital avec beaucoup de risques pour elle et son enfant d’être contaminer par des maladies ».

  • Rupture de la scolarité pour les enfants des déplacés : ces enfants passent la journée au Centre où il y a circulation des plusieurs véhicules et motos suite à cette difficulté, on enregistre plusieurs cas d’accidents d’enfants et beaucoup d’enfants se lamentent d’avoir interrompu l’école au moment où les autres avancent (blessures intérieures).

Signalons que depuis que le mouvement de déplacés à commencé, ces derniers n’ont jamais bénéficiés d’aucune aide ; ni du gouvernement, ni des Eglises, ni des ONG locales, Nationales et Internationales, ce qui les amener à conclure qu’ils sont abandonnés à leur triste sort.

Quelques recommandations faites par les déplacés :

  • Que le centre Olame plaide auprès du gouvernement pour le retour des FDLR et autres milices pour une paix durable afin de permettre à la population paisible de bien faire les activités agricoles qui sont l’une des voies de la réduction de la pauvreté en milieu rural en particulier et dans toute la république en général.
  • Construction d’un camp afin d’éviter les problèmes liés au logement (solution provisoire et non durable)
  • Approvisionnement en vivres et non vivres.
  • Appui en médicaments au Centre Hospitalier afin que les déplacés puissent accéder aux soins surtout les enfants et les femmes enceintes.

Avant notre séparation nous avons présenté aux déplacés notre message de compensions et à cette même occasion, nous leur avons laissé le programme de ce jeudi 08 mars 2012 en rapport avec les activités à réaliser. Un délégué des déplacés en a profité pour remercier le Centre Olame au nom de tous les déplacés pour cette visite et ce message inscrit sur le calicot fixé demandant la garantie d’une paix et une sécurité durable.

Fait à Bukavu, le 02 mars 2012
Pour le Centre OLAME
xxx et yyy
Rapporteuses

Lascia un commento