Dopo 42 anni vissuti in Congo credevo di essere più o meno “vaccinato” di fronte alle sofferenze umane e ai drammi che hanno colpito queste popolazioni del Kivu, all’estremo Est del paese sulla frontiera del Rwanda, Uganda e Burundi…
No, è impossibile abituarsi alle tragedie che da anni colpiscono questa regione martoriata del Congo dove continuano ad essere perpetrati i crimini più atroci che superano i limiti della crudeltà umana.
Il caso di Imani, un ragazzino di 12 anni arrivato alcuni giorni fa nel nostro centro di assistenza “Tupendane”, sostenuto economicamente da Fonte di Speranza, ha di colpo riacutizzato quel sentimento di indignazione, rivolta e di dolorosa impotenza che da anni cova nel mio animo, e certamente, anche nell’animo di tutti i missionari che lavorano come me qui in Congo. Continua a leggere