Da La Stampa
Tecnologia e diritti umani. Un soggetto che si può declinare in varie maniere: la più comune è forse quella di sottolineare il potenziale dei nuovi media come strumento per la libertà di espressione. Ma la tecnologia ha anche dei lati oscuri. Uno di essi è il costo umano, in termini di sfruttamento e dolore che fa capolino dietro a molti scintillanti gadget.
Un tema caldo tanto che, mentre Apple deve affrontare le critiche di buona parte dei media americani a proposito delle condizioni di lavoro degli operai cinesi che lavorano per il suo fornitore Foxconn, un altro protagonista del settore, Nokia, ha pubblicato una nuova serie di linee guida per l’approvvigionamento di minerali da usare nei circuiti dei suoi smartphone.
Obiettivo evitare che il tungsteno, l’oro, lo stagno e il tantalio e gli altri materiali adoperati nell’elettronica provengano da zone di conflitto come la Repubblica Democratica del Congo dove la loro vendita serve ad alimentare violenze e soprusi. Anche se alcuni studi stimano che soltanto un quinto delle forniture mondiali di questo materiale provengano dal Congo, l’Ong per i diritti civili Enough Project ritiene che questo sia sufficiente ad assicurare all’esercito un introito annuo di 8 milioni di dollari.
“Vogliamo accertarci – spiega il team Nokia – che tutti i materiali che usiamo nei nostri prodotti provengano da fonti socialmente e ambientalmente responsabili. Anche se Nokia non si procura tali materie direttamente, ci stiamo muovendo per aumentare la trasparenza e l’impegno dei nostri fornitori e sub fornitori in tal senso”.
In concreto questo significa partecipare al programma pilota “Due diligence guidance for responsible supply chains of minerals from conflict-affected and high-risk areas” dell’Ocse; aderire al Conflict free smelter program, una sorta di censimento delle fonderie i cui prodotti non contribuiscono a fomentare la violenza, e assicurare la tracciabilità delle materie prime, anche fino alla miniera di origine, ove necessario.
Dal 2012 Nokia adotterà a questo proposito le linee guida dell’”EICC-GeSI Extractives Work Group”, una coalizione di industrie del settore che promuove comportamenti virtuosi da parte dei propri associati. Apple, sia detto per inciso, le aveva fatte proprie già lo scorso anno.
Federico Guerrini