Da Repubblica
Gli intellettuali e la guerra: Moravia aveva ragione
Non so più quanti articoli, saggi, interventi ho letto; tutti orientati nella stessa direzione: com’è che gli intellettuali non parlano? Com’è che hanno da dire così poco nei confronti della guerra?
E certo, se dimentichiamo così facilmente le cose che «gli intellettuali» hanno detto, parlando esplicitamente, fino a ieri, facciamo presto a dire oggi: gli intellettuali non parlano. In realtà hanno già parlato. Non su problemi di scelte pratiche: che fare, adesso, contro Saddam Hussein?
Di fronte a scelte di natura pratica, l’intellettuale ne sa esattamente quanto gli altri. Posto di fronte al problema se prendere il tram o se cercare un taxi, visto che sta piovendo, reagisce esattamente come tutti. Sa dire invece qualcosa in termini più generali o — almeno in apparenza — astratti.
Prendiamo il caso di Alberto Moravia. È morto poche settimane fa. Nei suoi ultimi anni ha ripetutamente detto e scritto che a questo punto della sua evoluzione tecnologica, l’umanità ha un solo problema: fare della guerra un tabù. Una cosa assolutamente proibita. Come già fece, a suo tempo (un tempo incommensurabilmente lontano) per l’incesto. Continua a leggere