ONG internazionali e agenzie delle Nazioni Unite viste dal Kivu

Francais

Néhémie Bahizire, cittadino della provincia del Sud Kivu (Repubblica Democratica del Congo), presenta una valutazione della presenza degli Organismi Internazionali nel suo paese.

Misteriose anticipazioni e un’ondata massiccia.

Come se ne fosse a conoscenza in anticipo, nel 1993 l’Alto Commissariato per i Rifugiati (HCR), agenzia delle Nazioni Unite, aveva già previsto gli avvenimenti che si sarebbero verificati in Ruanda l’anno seguente col genocidio e la presa del potere da parte del Fronte Patriottico Ruandese: in quell’anno, infatti, mentre non c’erano ancora rifugiati, il HCR arrivò nel Kivu e durante un anno preparò l’accoglienza dei rifugiati hutu che sarebbero arrivati nel Kivu nel luglio 1994.
È verso aprile del 1994, esattamente prima del genocidio ruandese, e soprattutto a partire da luglio, che arrivò nel Kivu una moltitudine di organizzazioni internazionali, europee e dell’America del nord. Altre agenzie delle Nazioni Unite, il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) e la Federazione Internazionale della Croce Rossa (FICR) si aggiunsero all’elenco.
Nel gennaio 1995, erano già presenti ben cinquanta tre (53) ONG internazionali, senza contare l’HCR, il PAM, l’OMS, l’UNICEF, il CICR e la FICR. Ciascuna di queste ONG e agenzie dell’ONU arrivarono coi loro veicoli a doppia trazione, inalberando la propria bandiera fissata sulle antenne radio HF, VHF e UHF, le cui frequenze erano previamente programmate. Da quell’anno, queste ONG e agenzie dell’ONU rivaleggiano tra loro e si susseguono in disordine.

1. Impatto positivo di ONG, missioni e agenzie ONU nel Sud Kivu

La MONUC, oggi MONUSCO, ha sostenuto un ruolo determinante nel 2003, in occasione dei negoziati di Sun City, in Sud Africa, quando fu firmato l’accordo globale e inclusivo che permise la fine della guerra e l’inizio della transizione con la formazione di un governo costituito da 1 presidente e 4 vicepresidenti che, nonostante tutto, ha condotto il Paese alle elezioni generali del 2006. Dal 2003 al 2007, la MONUC ha svolto un importante ruolo anche nella direzione del Comitato Internazionale di Accompagnamento della Transizione, CIAT e, infine, ha fornito un appoggio logistico indispensabile in occasione delle elezioni politiche del 2005–2006. Ha riabilitato anche certe infrastrutture stradali, ha creato dei posti di lavoro per centinaia di congolesi e, in certi casi, aiuta per il trasporto aereo.
L’HCR, dal 1994 al 1996, ha dapprima gestito i campi dei rifugiati, accogliendo due milioni di rifugiati hutu ruandesi arrivati nel Kivu e ne ha successivamente organizzato il rimpatrio di una parte considerevole. Ha creato dei posti di lavoro per decine di congolesi.
L’UNICEF ha fatto opera di sensibilizzazione sui diritti della donna e dei bambini e ha fornito un appoggio ai servizi pubblici della sanità e dell’educazione.
Il PNUD ha riabilitato e/o costruito alcune infrastrutture socioeconomiche e pubbliche.
La FAO ha condotto una lotta contro le malattie delle piante (soprattutto della manioca) e ha distribuito nuove piantine più resistenti; ha distribuito sementi e attrezzi agricoli; ha appoggiato la vaccinazione delle mucche nella pianura del Ruzizi.
L’OMS ha fornito un appoggio ai servizi statali della sanità, soprattutto in caso di epidemie di colera, e un appoggio alla vaccinazione dei bambini.
Il PAM ha organizzato distribuzioni di viveri ai bisognosi.
OCHA ha assicurato il coordinamento delle agenzie dell’ONU con le organizzazioni internazionali umanitarie.
Il CICR ha assicurato il trattamento dell’acqua, un appoggio al servizio statale della Regideso, la costruzione di alcuni acquedotti e fontane per l’acqua potabile, la riunificazione familiare dei bambini non accompagnati, la trasmissione di messaggi che hanno permesso alle famiglie disperse dalla guerra di ritrovarsi, distribuzioni sporadiche di viveri, non viveri e sementi agricole.
Le ONG internazionali e/o straniere hanno fornito un appoggio medico e finanziario a certi ospedali e centri di sanità, il monitoraggio e la denuncia di certi casi di violazione dei diritti dell’uomo, alcuni lavori di riabilitazione di infrastrutture socioeconomiche. Hanno inoltre fornito lavoro ad alcune centinaia di congolesi.

2. Impatto negativo

La MONUC/MONUSCO ha mancato al suo mandato in varie circostanze:

  • non assistenza alla popolazione civile violentata, massacrata e saccheggiata dalle bande armate e certi elementi delle Forze Armate della R.D.Congo (FARDC) sin dal 1999 fino ad oggi1;
  • non assistenza al generale Prosper Nyabyolwa all’epoca dell’attacco da parte di Jules Mutebusi nel febbraio 2004 quando, invece, aveva evacuato il ministro Alexis Tambwe Mwamba, ex membro del RCD che abitava in un hotel ad alcuni metri dalla residenza del generale;
  • avere consegnato, nel 2004, agli insorti Laurent Nkundabatware e Jules Mutebusi, la città di Bukavu e l’aeroporto di Kavumu che erano tuttavia sotto la sua protezione e avere assistito passivi all’incendio del grande mercato di Bukavu da parte di questi insorti;
  • rifiuto di combattere le bande armate che seminano morte e desolazione nel Kivu, limitandosi all’appoggio logistico, del resto sporadico e non consistente, alle FARDC;
  • costruzione di moschee in vari villaggi del Sud Kivu per la propaganda dell’islam, invece di costruire infrastrutture socioeconomiche;
  • reclutamento clandestino, nel territorio di Uvira (Sud Kivu), di giovani congolesi. L’obiettivo di tale reclutamento e la destinazione dei giovani rimangono ancora sconosciuti.

Da tempo, la popolazione ha perso la fiducia nella MONUC/MONUSCO e si interroga sulla sua vera missione in R.D.Congo.
In quanto all’HCR, la popolazione ha dei dubbi sul suo ruolo. Nel 1994, l’HCR ha installato i campi dei rifugiati in prossimità della frontiera con il Ruanda, loro paese di origine, ciò che servì di pretesto al Ruanda per attaccare la R.D.Congo nel 1996 e 1998. Finora, l’HCR rimane ambiguo in quanto al numero esatto dei rifugiati congolesi in Ruanda.
L’UNICEF non ha nessun impatto visibile sulla situazione dei bambini del Sud Kivu e la popolazione si interroga sul suo ruolo reale nel Sud Kivu.
Nemmeno si nota un impatto significativo del PNUD, della FAO, dell’OMS e della FNUAP sullo sviluppo del Sud Kivu: si tratta spesso più di apparenza che di azioni concrete.
Il ruolo di OCHA spesso non è che quello di sindacalista degli agenti umanitari internazionali.
Il PAM non acquista viveri nel Kivu: è un’agenzia di evacuazione del surplus di viveri degli USA. I suoi interventi sono sporadici e di apparenza.
Per ciò che riguarda il CICR, la popolazione del Sud Kivu si chiede come possa dichiararsi come un’organizzazione neutrale, visto il suo comportamento durante le guerre di aggressione della R.D.Congo nel 1996 e 1998. Prima di queste due guerre, il CICR disponeva di molti camion nuovi e aveva procurato ingenti quantità di viveri e non viveri. I militari ruandesi se ne sono impossessati con tutta facilità, senza che il CICR abbia mai deplorato tale saccheggio.
Durante la guerra dell’RCD del 1998 il CICR ha, di fatto, accettato la spartizione della R.D.Congo in due Stati: l’est, occupato da Ruanda, Uganda e Burundi con la copertura del RCD, e l’ovest, occupato dal governo congolese. Aveva infatti creato due sue delegazioni: una a Kinshasa e l’altra a Goma. La popolazione ha perso la fiducia nel CICR e si interroga sulla sua reale missione nel Sud Kivu.

3. Punti negativi comuni alle agenzie dell’ONU e alle ONG straniere

  • Dollarizzazione dell’economia congolese che ci rende una colonia economica;
  • Più pubblicità che azioni concrete su campo;
  • Consumazione di una grande parte dei loro bilanci nelle loro amministrazioni e stipendi;
  • Indebolimento, se non decapitazione, delle ONG ed altre associazioni locali, attraverso una concorrenza sleale con mezzi sproporzionati;
  • Sottovalutazione del personale più competente attivo in seno alle organizzazioni locali: quando si lavora in un’organizzazione locale si è giudicati incompetenti, ma una volta assunti da un’agenzia dell’ONU o da una ONG internazionale, si è chiamati “esperti”;
  • I beneficiari e il governo locale non vengono mai consultati su programmi e attività da intraprendere;
  • Azioni sporadiche e pubblicitarie, senza reali impatti sui beneficiari;
  • Mantenimento di un sistema di paternalismo e di dipendenza;
  • Aumento del costo degli alloggi e degli affitti in città;
  • Denuncia esagerata della miseria della popolazione, per ottenere dei finanziamenti;
  • Uso abusivo del titolo “umanitario”, anche se le loro azioni spesso non hanno nulla di umanitario;
  • Programmi e progetti non realizzati, ma dichiarati come tali ai finanziatori;
  • Personale straniero con comportamenti non chiari e con competenze dubbie.

È questo il volto delle ONG internazionali e delle agenzie delle Nazione Unite che appare nel Kivu. Pierre Rabhi, pensatore e agronomo algerino, ha scritto: “Non avendo costruito il mondo con umanità, si è costretti a fare delle azioni umanitarie”. L’azione per la giustizia, per una politica autentica al servizio del bene comune, per il rispetto dei diritti degli uomini e dei popoli, è la vera urgenza dei paesi d’Africa e del mondo intero.

Bukavu (Sud Kivu), 27 aprile 2011
Néhémie Bahizire

 

1Nel settembre 2010, quando due cittadini americani furono presi in ostaggio dall’FDLR a Walikale nel Nord Kivu, la MONUSCO ha mostrato di cosa è capace: intervenendo immediatemente, ha liberato gli ostaggi americani, ma ha lasciato i congolesi che erano stati presi con loro.


ONG internationales et agences des nations unies vues au Kivu

Néhémie Bahizire, citoyen de la province du Sud-Kivu, en République Démocratique du Congo, fait une évaluation de la présence des Organismes internationaux dans son pays.

De mystérieuses anticipations et un déferlement massif

En 1993, le Haut Commissariat pour les Réfugiés (HCR), agence des Nations Unies, comme si cela leur était connu d’avance, avait anticipé sur les évènements qui se seraient produits au Rwanda l’année suivante, avec le génocide et la prise de pouvoir de la part du Front Patriotique Rwandais : en cette année, en effet, alors qu’il n’y avait pas encore de réfugiés, le HCR vint s’installer au Kivu et pendant une année prépara l’accueil des réfugiés hutus qui se seraient déversés au Kivu en juillet 1994.
C’est vers avril de cette année 1994, tout juste avant le génocide rwandais, et surtout à partir de juillet, que déferlèrent au Kivu une multitude d’organisations internationales de toutes les nationalités européennes et de l’Amérique du nord. D’autres Agences des Nations Unies, le Comité International de la Croix Rouge (CICR) et la Fédération Internationale de la Croix et du Croissant Rouge (FICR) s’ajoutèrent sur la liste.
En janvier 1995, on dénombrait déjà cinquante trois (53) ONG Internationales, sans compter le HCR, le PAM, l’OMS, l’UNICEF, le CICR et la FICR. Chacune de ces ONG et Agences onusiennes venait avec ses véhicules à double traction, arborant son drapeau fixé sur des antennes de radios HF, VHF et UHF dont les fréquences étaient préalablement programmées. Depuis cette année, ces ONG et Agences onusiennes rivalisent et se succèdent en désordre au Sud-Kivu.

1. Impact positif des ONG, missions et agences ONU au Sud-Kivu

La MONUC, aujourd’hui MONUSCO, a joué un rôle déterminant d’abord en 2003, aux négociations de Sun City en Afrique du Sud, où fut signé l’accord « global et inclusif » qui permit la fin de la guerre, la mise en place de la transition avec un gouvernement monstre (1 président et 4 vice-présidents), qui a quand même conduit aux élections générales de 2006 ; en outre dans la direction du Comité International (CIAT) qui a accompagné la période de transition en RD Congo de 2003 à 2007 et enfin en fournissant un appui logistique indispensable lors des élections politiques de 2005–2006. Elle a aussi réhabilité certaines infrastructures routières, a créé des emplois pour des centaines de congolais et aide pour le transport aérien dans certains cas.
Le HCR de 1994 à 1996 a placé et géré, dans des camps de réfugiés, deux millions des réfugiés rwandais déversés au Kivu ; a en outre réalisé le rapatriement pour le Rwanda d’un nombre considérable de refugiés rwandais hutu. En plus, il a créé des emplois pour des dizaines des congolais.
L’UNICEF a diffusé le droit de la Femme et de l’Enfant et a fourni un appui, minimum soit-il, aux services publics de santé et d’éducation.
Le PNUD a réhabilité et/ou construit quelques infrastructures socio-économiques et publiques.
La FAO a lutté contre les maladies des plantes (surtout la mosaïque du manioc) et distribué des boutures résistantes qui ont secouru la population ; a distribué des semences et outils aratoires dans certaines contrées ; a appuyé à la vaccination des vaches dans la plaine de la Ruzizi.
L’OMS a fourni des appuis aux services étatiques de santé, surtout en cas d’épidémie de choléra et un appui à la vaccination des enfants.
Le PAM a fait des distributions de vivres aux nécessiteux.
OCHA a assuré la coordination et le syndicat des agences onusiennes et organisations internationales dites humanitaires.
Le CICR a assuré : le traitement de l’eau et appui en intrants au service étatique de la Regideso ; la construction et adduction de quelques sources d’eau potable ; la réunification familiale des enfants non accompagnés ; la transmission de messages qui ont permis à des familles dispersées par la guerre de se retrouver ; des distributions sporadiques de vivres et non vivres et de semences agricoles.
Les ONG internationales et/ou étrangères ont fourni un appui médical et financier à certains hôpitaux et centres de santé ; le monitoring et la dénonciation de certains cas de violation des droits de l’homme ; quelques travaux apparents d’infrastructures socio-économiques. Elles ont en outre fourni l’emploi à quelques centaines de Congolais.

2. Impact negatif

La MONUC/MONUSCO a raté son mandat en plusieurs circonstances :

  • non assistance à la population civile violée, massacrée et pillée par les bandes armées et certains éléments des Forces Armées de la R.D.Congo (FARDC) depuis déjà 11 ans (1999–2011)1 ;
  • non assistance lors de l’attaque au général Prosper Nyabyolwa par le mutin Jules Mutebusi en février 2004, alors qu’elle avait évacué le ministre Alexis Tambwe Mwamba ancien du RCD qui logeait à un hôtel à quelques mètres de la résidence de ce général ;
  • avoir livré en 2004 aux insurgés Laurent Nkundabatware et Jules Mutebusi la ville de Bukavu et l’aéroport de Kavumu, qui étaient pourtant sous leur protection, ainsi qu’avoir assisté passifs à l’incendie du grand marché de Bukavu par ces insurgés ;
  • refus de combattre les bandes armées qui sèment mort et désolation au Kivu, en se limitant à l’appui logistique, du reste sporadique et non consistant, aux FARDC ;
  • construction de mosquées dans plusieurs villages du Sud-Kivu, pour la propagande de l’Islam en lieu et place d’infrastructures socio-économiques ;
  • recrutement clandestin des jeunes congolais en territoire d’Uvira au Sud-Kivu par des militaires casques blues de la MONUC/MONUSCO, dont la destination et le but ne sont pas connus.

La population a depuis longtemps perdu sa confiance dans la MONUC/MONUSCO et s’interroge sur sa vraie mission en R.D.Congo.
Quant au HCR, un flou existe dans les esprits des populations sur le rôle exact joué par cet organisme depuis 1994 jusqu’à ce jour de 2010. En 1994, il a implanté des camps des réfugiés à la frontière du Rwanda, leur pays d’origine, ce qui servit de prétexte au Rwanda pour attaquer la R.D.Congo en 1996 et 1998. Jusqu’à présent, le HCR demeure ambigu quant au nombre exact des réfugiés congolais au Rwanda.
UNICEF n’a aucun impact visible sur la situation de l’enfant au Sud-Kivu et cela proportionnellement aux budgets déjà exécutés à ce sujet depuis toutes ces années. C’est ainsi que les populations s’interrogent sur le rôle réel de l’UNICEF au Sud-Kivu.
De même, aucun impact significatif de PNUD, FAO, OMS, FNUAP ne se remarque sur le développement du Sud-Kivu : il fait plus du saupoudrage que du concret.
Quant à OCHA, elle ne joue qu’un rôle de gendarme et syndicat des dits humanitaires internationaux.
PAM n’achète pas de vivres au Kivu : c’est une agence d’évacuations des surplus de vivres des USA. Ses interventions sont sporadiques et de saupoudrage.
Pour ce qui est du CICR, la population du Sud-Kivu se demande en quoi il se déclare neutre, vu son comportement sur terrain pendant les guerres d’agression de la R.D.Congo de 1996 et 1998. Avant les guerres de 1996 et de 1998, il avait stocké des camions neufs et remplis de vivres et non vivres. Les militaires rwandais s’en sont emparés en toute facilité et ont progressé avec, sans que le CICR n’ait jamais déploré ce « pillage ».
Pendant la guerre du RCD de 1998, le CICR s’est empressé de reconnaitre la partition de la RD Congo en deux Etats : l’est, occupé par Rwanda, Ouganda et Burundi sous-couvert du RCD, et l’ouest occupé par le gouvernement congolais, en créant une délégation du CICR pour chacun de deux Etats : une à Kinshasa et une autre à Goma. La population a perdu confiance dans le CICR et s’interroge sur sa réelle mission au Sud-Kivu.

3. Points negatifs communs aux agences de l’ONU ainsi qu’aux ONG etrangeres

  • Dollarisation de l’économie congolaise, qui nous rend une colonie économique ;
  • Plus de publicité que d’actions concrètes sur terrain ;
  • Consommation d’une grande partie de leurs budgets dans leurs administrations et salaires ;
  • Affaiblissement si pas décapitation des ONG et autres Associations locales par une concurrence déloyale avec des moyens disproportionnés sur terrain ;
  • Débauchage des cadres plus compétents au sein des organisations locales : quand on travaille dans une organisation locale on est jugé incompétent, mais une fois embauché par une agence onusienne ou une ONG internationale, on vous appelle « expert » ;
  • Les soi-disant bénéficiaires et même le gouvernement local ne sont jamais consultés pour les programmes ni pour les actions menés et à mener ;
  • Actions sporadiques et de saupoudrage sans réel impacts sur les bénéficiaires ;
  • Entretien d’un esprit de paternalisme et dépendance, c’est-à-dire de mains tendues ;
  • Hausse du coût du loyer dans les villes aux grand dam des congolais gagnepetits ;
  • Dénonce exagérée des misères des Congolais pour s’attirer des financements ;
  • Port abusif du titre « humanitaire » même si leurs actions n’ont rien d’humanitaire ;
  • Programmes et réalisations mirobolants non exécutés sur terrain mais déclarés aux bailleurs des fonds ;
  • Employés cadres dits expatriés, aux comportements et compétences douteux.

C’est là le visage des ONG internationales et agences des Nations-Unies vu au Kivu. Pierre Rabhi, penseur et agronome algérien, a écrit : « N’ayant pas bâti le monde avec humanité, on est contraint à faire des actions humanitaires ». L’action pour la justice, pour une politique non pas de l’intérêt, mais du respect des droits des hommes et des peuples, est la vrai urgence des pays d’Afrique et du monde entier.

Fait à Bukavu, le 27 avril 2011.
Néhémie Bahizire

 

1En septembre 2010, lorsque deux citoyens américains furent pris en otage par les FDLR à Walikale au Nord-Kivu, la MONUSCO a montré de quoi elle est capable : en intervenant immédiatement, elle a libéré ces otages américains, mais a laissé les congolais qui étaient pris avec eux.

Lascia un commento