Notre peuple veut jouir comme les autres. Ce que lui manque c’est la paix. Où sont passé les gendarmes du monde qui se sont mobilisés contre Saddam Hussein, Milosevic? Sommes nous différent du Kuwait qui a été agressé par l’Irak?
RaiSport deve vergognarsi
RaiSport deve vergognarsi dei commenti che sono stati fatti durante la sfilata delle olimpiadi 2012. L’Africa non è solo la povertà, l’Africa è anche il continente della speranza. Perché qualificare il Burkina Faso come il paese più povero del mondo? Perché dire che il Burundi ricorda la parola genocidio? Perché non ha fatto allusione alla crisi che sta trascorrendo la Grecia? Perché non ha fatto allusione al nazismo quando è passata la Germania? L’olimpiade è un momento di gioia, non è occasione per ricordare tristi eventi dei singoli paesi.
Congo, una guerra è per sempre
Le ragioni di una crisi senza fine
All’est del grande paese centrafricano la guerra non è mai finita. Da quasi vent’anni. Cambiano i nomi dei gruppi ribelli e i loro capi ma i motivi del conflitto sembrano chiari: interessi per diamanti e minerali, tensioni etniche e la responsabilità ruandese.
GOMA – Sono stanchi gli abitanti dei due Kivu, all’est della Repubblica Democratica del Congo. Stanchi ed esausti di una crisi umanitaria senza fine, di vivere da eterni profughi a causa delle incursioni devastanti di gruppi ribelli armati, dell’assenza dello Stato. Stanchi dei grandi interessi attorno ai diamanti e alle risorse minerarie di cui è ricca la regione, del ruolo chiave del vicino Ruanda accusato di fomentare i disordini. Stanchi, infine, dell’immobilità della comunità internazionale davanti alla responsabilità di mettere fine una volta per tutte a questo disastro dell’umanità che, dal 1995, ha causato la morte di oltre 5 milioni di persone, senza fare scalpore tra i titoli di giornale. Continua a leggere
Tra paradiso e inferno
Uno dei tanti paradossi del Congo: pochi giorni fa scrivevo di paradiso, oggi L’Espresso pubblica questo. La verità si trova da qualche parte tra questi due estremi, ma io non saprei dire dove. O meglio, forse, il Congo è tutto questo insieme e tanto altro ancora.
Mi sono tornate in mente anche la domanda di mio nipote, che a scuola stava studiando il rapporto sullo sviluppo umano 2011 dell’UNDP: “Mamma, perché il tato vuole andare in Congo, se è il posto dove si sta peggio al mondo?”, e la risposta di mia sorella: “Proprio perché è il posto dove si sta peggio al mondo.” Continua a leggere